Diffusa nella media e alta valle e in quasi tutte le corrispondenti valli laterali, non sono state reperite segnalazioni nella bassa valle (neppure in recenti rilievi compiuti in prati da Bovio & Poggio) e nelle relative valli laterali vi sono solo pochissimi dati, come quelli di CODIGNOLA & GALLINO (1977) per Brusson e Gressoney a Orsia.
Spesso coltivata, risulta impossibile stabilire dove sia stata introdotta dall’uomo con semine e dove potrebbe essere invece spontanea. Secondo VACCARI (1904-11) "généralement cultivée; croit aussi à l'état sauvage". AESCHIMANN et al. (2004) la considerano invece specie alloctona per le Alpi.
In bibliografia molti dati relativi al genere Onobrychis vanno presi con prudenza. Delle varie segnalazioni di O. viciifolia nel piano alpino, tutte quelle che si sono potute verificare sono risultate errate. Le numerose indicazioni di TOSCO (1998) di stazioni poste a oltre i 2000 m in V. di Cogne sono inattendibili perché dovute ad errate interpretazioni di segnalazioni di altri (come Kaplan o Zaccara & Dal Vesco) per ciò che riguarda la quota o addirittura l’entità. In ogni caso è stata fatta spesso confusione tra questa e le due specie che seguono anche perché sono comuni situazioni di introgressione con la presenza popolazioni di difficile interpretazione.