Raro e disperso ma forse anche poco osservato, sembra localizzato soprattutto nel cuore arido della regione. CAMERANO et al. (2007) lo segnalano genericamente nei querceti di rovere e nei castagneti in bassa valle, nei querceti di roverella, nella pineta endalpica, nei larici-cembreti, senza però indicare precise stazioni.
Taxon già descritto sub Phyteuma scorzonerifolium Vill., recentemente TISON J.-M. & DE FOUCAULT (2014) in Flora Gallica hanno invalidato tale binomio in seguito al controllo del tipo di Villars conservato in GRM, che è risultato appartenere in realtà a Phyteuma michelii All. I due autori hanno adottato come nuovo binomio valido Phyteuma italicum, la cui descrizione è stata pubblicata da Arvet-Touvet nel 1887.
VACCARI (1904-11) escludeva questa specie dalla Valle d’Aosta, ritenendo che le segnalazioni storiche per il vallone di Laures (Ravera), Valgrisenche (Beyer), Cesère (Bérard), G.S.Bernardo alle Combes di Pra d’Arc a 1950 m (Favre, che la segnalò alla cascata di Pra d’Arc a 1950 m - cfr. FAVRE, 1874) e Gressoney-Saint-Jean (Briosi, che la segnalò a 1400 m - cfr. BRIOSI, 1892) fossero tutte errate e quasi certamente da riferire a Ph. betonicifolium; in particolare per il dato di BEYER (1891) della Valgrisenche Vaccari scriveva in una nota “Beyer dit clairement que sa plante possédait 3 stigmates. Par conséquent aucun doute qu'il s'agisse de Ph. betonicifolium Vill.” È probabile che lo studioso avesse ragione anche per gran parte degli altri dati ma non è da escludere che quelli relativi ai settori più caldi e secchi siano da attribuire proprio a Ph. italicum.
Il dato di Bérard per “Cesère”, che Vaccari nel suo catalogo assegnò alla zona 2 = Alpi Graie orientali forse arbitrariamente (Vaccari non ha mai conosciuto il segnalatore ed è quindi possibile che abbia trovato il dato in appunti di Bérard), è stato attribuito da PISTARINO & D’ANDREA, all’Alpe Tsesère, in destra orografica della Val di Cogne; essa è però posta a circa 2650 m, quota dove la presenza Phyteuma italicum è da escludere. Il toponimo indicato da Bérard è del resto piuttosto diffuso in Valle d’Aosta in diverse varianti, anche in località favorevoli alla presenza di questa pianta, quindi non è possibile determinare con sicurezza il preciso sito in cui Bérard segnalò la pianta.
È sicuramente errato un dato di MARI (1898) per i “monti fra Breuil ed il ghiacciaio del C. S. Théodule” in ambiente e a quote del tutto improbabili per questa specie.
In rapporto alla massima altitudine indicata per questa specie, PISTARINO & D’ANDREA (2015), nel capitolo dedicato ai dati piemontesi e valdostani di Phyteuma scorzonerifolium, segnalano un campione di Vaccari conservato in FI, raccolto sulle pendici della Becca di Viou a 2400 m; in base alla quota eccezionale per questa specie e al fatto che gli exsiccata del gruppo a cui appartiene questo Phyteuma presentano spesso problemi di identificazione, specie su esemplari in cattivo stato, si ritiene che il campione di Vaccari vada ricontrollato (Pistarino, in verbis).