Sotto il binomio Campanula caespitosa Scop. compaiono in bibliografia le segnalazioni di BALL (1896) per le Alpi Graie orientali, di BRIOSI (1892) per l'alta V. di Gressoney, di MATTIROLO (1928a) per la Valsavarenche all'Orvieille e di KARPATI (1941) per la Valnontey.
Nel secondo caso i relativi campioni di Briosi (PAV) sono da attribuire a C. cochleariifolia e uno a C. excisa (Bovio revis., 2007). Va considerato che all’epoca di Briosi C. cochleariifolia era inclusa in C. caespitosa e né Briosi né Mattirolo citano C. cochleariifolia nei loro elenchi (anche se questa specie è ben diffusa nelle zone esplorate da questi autori). In tal senso va sicuramente attribuito a quest’ultima specie anche un campione di Lanino per Courmayeur, citato da TOSCO & FERRARIS (1981) e conservato in HbMNM, come dimostrato dalla revisione fatta da Tosco a un duplicato dello stesso. Negli elenchi di Ball e Kárpáti le segnalazioni di C. cochleriifolia vengono invece distinte; non è valutabile se si tratti di errori di identificazione o di attribuzione del binomio. In ogni caso C. caespitosa Scop. è specie Est-Alpica e già FIORI (1925-29) sottolineava che era da radiare dalla flora del Piemonte.
Riferimenti bibliografici
BOVIO, 2014: 494; BRIOSI, 1892: 53; BALL, 1896: 184; MATTIROLO, 1928a: 150; KARPATI, 1941: 167; TOSCO & FERRARIS, 1981: 113; PISTARINO & D’ANDREA, 2015: 347