Solo pochissimi riferimenti storici. Unica testimonianza certa è un reperto del "Col de la Seigne près Cormayeur, vallée d'Aoste", raccolto nel 1852 (anonimo - G !); un sopralluogo compiuto al Col de la Seigne (Bovio & Poggio, 2001) non ha dato risultati ma la zona è assai vasta. Nella guida di GORRET & BICH (1877) è segnalato un Lycopodium elevatum [sic !] "dans la forêt dite de l'Evêché", forse da intendersi come L. clavatum. In TO-HP vi è un campione di Santi identificato correttamente (!) riferito però a varie località piemontesi (come quasi sempre avviene sulle etichette di questo botanico) e a "Valsavaranche: vallone Lavaciù" (non è quindi possibile stabilire se il reperto o parte di esso sia effettivamente da riferire alla località valdostana). TISSIERE (1868) lo indicava abbastanza frequente nella zona del G.S.Bernardo, senza però dare località precise; in realtà sembra assente su entrambi i versanti del valico (segnalato solo molto più in basso su quello svizzero) e probabilmente è stata fatta confusione con altra specie.
Questo licopodio è diffuso in tutte le regioni vicine ed è quindi verosimile che la sua presenza in Valle d’Aosta venga riconfermata: Vaccari (FI) lo raccolse sulle pendici del Mombarone tra Andrate e Cavanna, inoltre è stato osservato nel Biellese, Valsesia, anfiteatro morenico di Ivrea, Valchiusella e Valsoana, così come è presente sui monti di Savoia, Alta Savoia e Vallese.