Diffusa in tutta la regione ma frequente soprattutto nei settori più aridi e soleggiati.
Da noi la subsp. valesiaca. SOTTI & TOSCO (1986) indicano per errore Festuca pseudovina Hackel (= Festuca pulchra Schur; Festuca valesiaca subsp. parviflora [Hack.] Tracey) in V. Ferret (Col Ferret e La Vachey). In MRSN sono conservati i due campioni d’erbario corrispondenti a tali segnalazioni; controllati da Bovio (2002), è da escludere che appartengano a tale entità. L’aspetto del campione del Col Ferret, la quota e l’ambiente di raccolta fanno pensare a una Festuca del gruppo halleri; il campione raccolto a La Vachey è un brutto frammento di ancor più difficile interpretazione, raccolto in un pascolo acquitrinoso, ambiente altrettanto estraneo a F. pseudovina, che è entità delle praterie secche dell’Europa continentale. Secondo PIGNATTI (1982: III-494), pur essendo stata segnalata alcune volte nell’Italia settentrionale, Festuca pseudovina Hackel è da escludere dalla flora italiana. Non trattata per le Alpi in AESCHIMANN et al. (2004), per l'Italia GALASSO et al. (2024) la indicano (sub F. pulchra) solo in Trentino-Alto Adige come aliena casuale. Cfr. anche BOVIO & POGGIO, 2002.