Vitis vinifera L., ampiamente coltivata nella regione, può inselvatichirsi nelle vicinanze delle vigne e permanere a lungo anche dopo l’abbandono di queste. Molto interessante l’ampio capitolo che Vaccari dedica alla Vite nel suo Catalogo (VACCARI, 1904-11), dove dà una dettagliata informazione sulla sua diffusione, anche altitudinale, in Valle d’Aosta; si tratta di un prezioso documento sullo stato delle vigne nella regione all’inizio del XX secolo. Vaccari conclude la sua dissertazione scrivendo che "La vigne croît à l’état sauvage dans les endroits incultes de plusieurs points de la partie chaude de la Vallée". Inoltre, secondo Ardenghi (in litt.), non è da escludere la presenza in natura, soprattutto nelle vicinanze di vigneti o di terreni in passato adibiti a tale coltivazione, di ibridi artificiali tra specie americane (es. V. riparia Michx. e V. berlandieri Planch.) impiegati almeno dagli inizi del XX secolo come portinnesti per contrastare la fillossera. Da ricercare.
Riferimenti bibliografici
BOVIO, 2014: 223; VACCARI, 1904-11: 93