Segnalato più volte nel passato (più di rado in tempi recenti) ma sicuramente per errore, come già sottolineava VACCARI (1904-11), il quale avendo esaminato in FI campioni delle Alpi assegnati a C. alpinum constatò trattarsi sempre di altra specie (ad es. forme di C. arvense o di C. latifolium).
Un approfondito studio di BEGUINOT (1908) sulle vicende di Cerastium alpinum nella Flora italiana giunge alle stesse conclusioni. In rapporto ai campioni d'erbario valdostani attribuiti a C. alpinum, Béguinot scriveva infatti: "Nel ricco materiale da me visto delle Alpi Piemontesi mai incontrai il tipico C. alpinum L. I saggi ritenuti per tali da Parlatore del Gran S. Bernardo e del lago Combal, come già giudicò il Vaccari, sono da riferire a C. arvense var. strictum Haenk: della seconda località vidi esemplari nell'Erb. Torinese, pure sotto il nome di C. alpinum, ma appartengono a C. latifolium ..." e così via.